TERZA PARTE
Prosegue il mio articolo su Birre e Primi con quest'ultima parte, con alcuni suggerimenti per accompagnare, in questo caso, un risotto. Buona lettura.


Risotto con carciofi e salsiccia
Tra i miei primi piatti preferiti non poteva mancare un risotto. Per questo articolo ho scelto di presentarvi un risotto di riso Carnaroli preparato con carciofi sardi (molto teneri), passati in padella con olio evo, uno spicchio di aglio e del prezzemolo fresco; in un’altra padella si fa rosolare della salsiccia fresca con un po’ di pepe alla quale si aggiunge un goccio di birra (in seguito vi svelo quale) dopo di che si unisce il tutto ai carciofi e si lascia riposare; con il liquido di cottura si rosola leggermente il riso e lo si cuoce aggiungendo all’occorrenza del brodo vegetale; a 5 minuti dalla fine cottura si aggiunge una grossa noce di burro (meglio se artigianale o di montagna), i carciofi con la salsiccia e si manteca il tutto. Al piatto finito si arricchisce con qualche scaglia di parmigiano reggiano stagionato.
In questa circostanza mi trovo nel piatto una ricca gamma di sapori. L’apporto dei carciofi regala un intensa nota amara equilibrata dal dolce della salsiccia, che a sua volta cede l’apporto grasso; una nota leggermente sapida viene data dal formaggio.
Confesso che con questo risotto ho provato due stili di birra completamente diversi tra di loro, anche se successivamente ci ho trovato delle correlazioni. Di solito si è restii ad abbinare un vino con piatti dove è presente il carciofo per via delle sue note amare, che però è possibile trovare nelle birre.
Come prima scelta ho optato per una birra alla quale sono molto legato: la Orval, di tradizione trappista e originaria del Belgio Vallone. Due tipi di malto, luppoli aromatici e fiori di luppolo freschi per il dry hopping, ma soprattutto il lievito autoctono. Un bel colore aranciato, con una schiuma abbondante e cremosa. I profumi tendono al fruttato, prugna soprattutto, ma anche qualche nota selvatica dovuta ai Brettanomiceti; questa acidità, percepita anche in bocca, aiutata dalla carbonazione, ripulisce il palato dalla parte grassa del piatto; mentre la parte aromatica dei luppoli, vicino al rabarbaro, si accompagna al gusto dei carciofi. Finisce con una discreta secchezza. Cercate di berla sempre con un paio di anni sulle spalle!
Come seconda opzione, invece, sono andato a scovare una vecchia Open Mind di Montegioco, che ho utilizzato anche per sfumare la salsiccia. E’ una birra alla quale viene aggiunto un mosto di uva Barbera al 20%, nelle versioni attuali viene utilizzata uva Croatina. Un interessante esempio di contaminazione tra mondo del vino e della birra. L’ho scelta volutamente perché volevo ritrovare delle note vinose, che però si abbinassero al mio piatto. Si presenta di un bel aranciato limpido, con la schiuma abbastanza evanescente. All’olfatto oltre alle note vinose e di cantina, fa capolino un leggero fruttato di pesca gialla; in bocca dapprima è dolce e vinosa, che ben si accompagna al dolce della salsiccia, poi si fanno strada una leggera astringenza e freschezza che accompagnano il sapido del parmigiano e l’amaro dei carciofi, lasciando la bocca molto pulita. Direi che si è comportata molto bene.
Questo articolo, da me scritto, è già apparso sul blog "My Personal Beer Corner" di Guido Palazzo.